mercoledì 20 maggio 2009

1992


Pegaso

Guarderò un giorno queste parole,
cercando forse gli anni che ci divideranno.
Quel giorno sarà tardi per le scuse,
Pegaso avrà perso le ali,
corti saranno i respiri, grigi i capelli
e i ripianti le ultime gocce del cuore.

10/03/92



Lo stendardo

Per i fatti, gli eventi,
mi son trovato a portare la bandiera.
Sul petto lo stendardo
e sulla schiena nuda
un po’ di vergogna.
Ma rimarranno solo i fatti e gli eventi,
e una lesione celebrale.

06/12/92

Ombre

Se ne vanno
le ombre della notte.
Se ne vanno
lasciando libero lo spazio,
già freddo e sudato.
Se ne vanno
Lasciando ghiaccio sottile
sotto le mie suole.

02/05/92

Un bel giorno di sole

Riesci a capirmi
Se ti parlo di me,
dei miei pensieri al tramonto?
Non credo dentro
e guardo fuori.
E’ l’alba e devo partire.
Tu hai varcato il limite
ed io ho finito le frecce
In un bel giorno di sole.

18/11/92

Carta sottile

Ricordo solo ora quei giorni deserti,
quando rincorrevo i miei anni
guardandomi bene dall’esser puntuale.
Arrotolavo favole e malinconie
nella carta sottile
E il pazzo di turno dipingeva le tele.

Ricordo solo ora quei giorni senza nome,
ora che mi piace la pioggia di notte,
mi piace vederla cadere
investita dai fasci di luce,
ora che forse sono cosciente
di cosa è sfuggito alla carta sottile.

13/04/92


Pensiero per un amico

Ho scritto anche per te stasera,
che dietro lo sguardo
fuggi i tuoi desideri,
che come me consumi i tuoi giorni
in stanze poco affollate.

Ho scritto anche per te stasera,
per vederti salire
con le bollicine fino alla cima,
prima che il vento
mi rubi il pensiero.

18/08/92


Fotografie

Fotografie, ne ho tante
E non solo negli album.
Le porto sempre con me,
le guardo, le faccio vedere
anche quando non serve.

14/04/92

Ofelia

Una stanza gelida,
verde negli angoli tetri.
Ofelia seduta, la tavola apparecchiata
e fuori una pioggia battente.
Porte, sedie e tegole urlano al silenzio.
Ofelia sola nella stanza
segue il riflesso di un piatto di porcellana,
insegue una minestra riscaldata.
Ofelia alza la testa
e chiede perdono per ogni peccato.

20/10/92

Mario

Mario e’ stanco di aspettare,
e’ stanco di ascoltare,
non ha voglia di parlare.
e non gli frega niente
di scoprire nuove situazioni.
Mario non ha voglia
di sentir sibilare nelle orecchie
Il culto del dovere.
Mario fa quanto può,
se è poco chiede scusa,
e la croce il manico della scopa.

21/09/92

L’estate bianca

In un’estate bianca
sbocceranno i nostri saluti,
quel giorno saremo coscienti
che anche a noi non è bastato l’amore.

13/04/92




martedì 19 maggio 2009

1991


TV

Sto aspettando ancora,
forse non lo sapevo,
ma lo facevo già,
prima ancora di pensarci.
Non rimane ora che guardare la TV.

13/09/91



Parole

Vivono le parole,
anche quelle non dette,
vivono nei meandri della mente.
Parole soffiate,
che non hanno prezzo,
Abbracciato al vento
seguo queste parole,
con un gesto d’assenso,
con lo sguardo e un rutto.

06/07/91


Da Tunisi a Cuba passando per Madrid

Guardo fuori dal cancello
Il sole arrossire.
Con un pensiero
arrotolato tra le dita
vago in silenzio
da Tunisi a Cuba
passando per Madrid,
mentre un penoso pensare mi assale…
i giorni volano più sono attesi.

03/02/91

Tempesta

E’ finita com’è iniziata
e qui dei morti in battaglia
neanche l’odore.
E’ come dire per poi non fare.
E’ come andare per poi restare.

22/03/91

Notte

Notte, lugubre sinfonia di silenzi.
Notte, immagine stemperata.
Ombre languide animate
da frenetiche interpretazioni.
La notte, vivere fuori.
La notte, morire di dentro.

09/06/91


Polvere

Signorina prendimi con te,
porta via la polvere
prima che sia io
a trascinarmi il corpo.
Signorina ascolta le mie lacrime,
che io farò lo stesso
quando ce ne sarà bisogno.
Signorina libera i sorrisi
che ho dimenticato,
correndo troppo in fretta
nei giorni di festa.

10/03/91

venerdì 15 maggio 2009

1990 (2)


Frammento

Com’e’ difficile
concepir la nostra esistenza,
non so se solo la mia
cosi’ intrecciata con altre
viste e poi svanite.

Questa continua rincorsa,
anche se pur breve,
di un frammento nel tempo,
forse troppo breve davvero
per essere afferrato.

19/06/90

Cella

In questi attimi profumati
di una notte di maggio,
non mi consola pensar
che in un tempo
non troppo lontano,
toccavo le stelle
non perdendo il cammino.

Stanotte sono lucido,
nella cella guardo il mio riflesso,
ascolto i miei silenzi
…e a stringer le mani
il sentir solo pelle.

03/05/90


Stanze

Le nostre stanze,
come i pensieri,
sono distinte e distanti,
la notte il buoi le confonde.

13/09/90

Il fiore

Avevo un prato
pieno di fiori,
ne colsi uno
cosi’ come facevo sempre.
Sorpreso lo vidi
tra le mie mani
sbocciar.

20/02/90


Era ieri quando…

Era ieri quando
i tuoi occhi parlavano di te.
Erano mattine che ci svegliavano,
erano notti che ci uccidevano.

Era ieri che
Comincio’ un’altra battaglia,
coscienti di stringer le mani
e col dubbio di sentir solo pelle.

E’ oggi dove
qualcosa e’ successo,
nel tormento silenzioso
di spazi vuoti e soli,
parole fiacche e polverose.

E’ oggi che
mordendo i tuoi giorni,
sei sulla riva e noi
silenziosi e distanti
a guardarti affogare.

E domani quando
i fatti racconteranno di noi
confonderemo questi ricordi.

03/04/1990

Uccelli

Oggi solo voi a parlare,
voi, un suono diverso.
Domani ancora piu’ alte
le pareti, le gabbie,
le vostre e le mie.

4/4/90

Il fortino

Sono tornato al fortino.
Ho visto i soldatini distesi,
senza timore
non li ho rialzati.

05/03/90


Ricordo

Cosa rimane adesso?
Adesso che e’ estate
e il vento ci ha preso il pensiero.
Resta un patino
Tra riflessi bianchi e verdi
In un bel giorno gia’ visto.

140/08/90

La Mela

Quanto tempo e’
Che cavalchi da solo,
che giri la testa
ed e’ tutto finito?
Quanto tempo e’
Che ti guardi intorno
Che non cogli la mela
Quando e’ matura?
Quanto tempo e’?
Un’onda e’ in arrivo
Per portarti lontano,
dimentica le stanze bianche
e le loro figure,
esci dal guscio
e cogli la mela
che adesso e’ matura.

08/02/90

lunedì 11 maggio 2009

Spagna



Dove il vento non soffia
riesco a vedere
cose che adesso
non posso toccare.

Ricordo quei visi
pieni di un sorriso
che trascinava la macchina
in una cavalcata da film.

Strade deserte
accompagnavano il sole
che disegnava i contorni
ai nostri vent’anni.

In Spagna tra tapas e polveri sottili,
coltivavamo sogni e bugie.
Adesso solo immagini ferme,
rimangono sul nostro cammino.

Lontano da occhi indiscreti
preferisco pensare
che partiremo ancora
lasciando a casa l’incoscienza

04/01/1991

mercoledì 6 maggio 2009

Marisa


Marisa, occhi grandi e muti,
celati da veli i suoi attributi;
sapore di giovane donna
le balze della gonna.

Strade di periferia
cornice a una macelleria,
lampi rosa di giovinezza
sfiorati dalla sua timidezza.

I giorni passavano lenti
accarezzati dai soliti venti,
solo la domenica per riposare,
ma ci sono i panni da lavare.

Nella macelleria senza miti
sguardi cupi di vecchi pervertiti
rendevano ancor piu’ pesante
avere il pizzo alle mutande.

Il padre ricco solo nell’eta’
non poteva pensare alla sua dignita’
e poi nell’immensa padana
non si fa caso alla sottana.

Marisa che tristezza
veder volar via la giovinezza,
e non basta dir quanto antica
dietro una vetrina e’ la vita.


Non poteva andare avanti cosi’
e decise di fuggire da li’,
incrociando le fragili dita
saluto’ commossa l’unica amica.

Non aveva soldi per la stazione
L’autostop l’unica soluzione;
in macchina verso la grande citta’
a trovar fortuna e la sua dignita’.

Giovane e bello quello sconosciuto
Mai tanto per il suo sguardo mutu.
Marisa si sentiva gia’ innamorata,
ma la citta’ non fu mi avvistata.

Un urto dirompente,
fuggita per la tangente
la macchina impazzita,
anche cosi’ finisce la vita.

Dicembre 1992



Antonio "vino" Boranti


Non credevo a quanto visto sul giornale,
quel mattino, andando presto lungo il viale
che dalla stazione porta a Santa Margherita
dove, tra il fumo di caldaie e sigarette,
vedevo crescere i baffi e le unghie strette.

La foto era grande in taglio centrale,
era proprio lui finito sul giornale.
Vino, cosi’ lo chiamavano al circolo;
un uomo di quelli da incorniciare,
sempre pronto al movimento popolare.

Statura media, arcigno, un po’ banale,
occhi verdi quasi a stonare;
tranquillo pero’, in volto scavato,
potrei dire quasi abboccato,
come il vino che portava alle cene d’occasione.

Io lo conoscevo non da molto,
mi ricordo una sera da un signore colto,
conoscente comune, quasi obbligati alla presenza,
ci incontrammo per caso in una sala immensa.
Sconcertati da quel valzer d’ipocrisia
ci scolammo una bottiglia di malvasia.

Antonio mi fece una bella impressione
con quel suo modo di fare quasi da televisione.
Uomo concreto, operaio di vecchio stampo,
era una posa dentro e fuori dal campo,
quando la domenica, dopo la battuta di caccia,
tra scapoli e ammogliati ci giocavamo la vernaccia.

Mi lisciavo i baffi sfumato grigio,
mentre con un occhio al livello di pressione
leggevo l’articolo durante la pausa di colazione.
“…a prendere la decisione di sporgere denuncia
ai Carabinieri e’ stata la moglie,
dopo la drammatica confessione della figlia.
Siamo di fronte ad un altro caso d’incesto…”

Quella sera al circolo un’aria pesante,
qualcuno si limitava ad esser presente,
qualcun’altro invece, alzando gli occhi sopra il banco,
verso la foto della squadra di pallone,
cercava di darsi una sua giustificazione,
scuotendo poi la testa guardando il centravanti:
quel omino, Antonio vino Boranti.


Novembre 92