mercoledì 6 maggio 2009

Marisa


Marisa, occhi grandi e muti,
celati da veli i suoi attributi;
sapore di giovane donna
le balze della gonna.

Strade di periferia
cornice a una macelleria,
lampi rosa di giovinezza
sfiorati dalla sua timidezza.

I giorni passavano lenti
accarezzati dai soliti venti,
solo la domenica per riposare,
ma ci sono i panni da lavare.

Nella macelleria senza miti
sguardi cupi di vecchi pervertiti
rendevano ancor piu’ pesante
avere il pizzo alle mutande.

Il padre ricco solo nell’eta’
non poteva pensare alla sua dignita’
e poi nell’immensa padana
non si fa caso alla sottana.

Marisa che tristezza
veder volar via la giovinezza,
e non basta dir quanto antica
dietro una vetrina e’ la vita.


Non poteva andare avanti cosi’
e decise di fuggire da li’,
incrociando le fragili dita
saluto’ commossa l’unica amica.

Non aveva soldi per la stazione
L’autostop l’unica soluzione;
in macchina verso la grande citta’
a trovar fortuna e la sua dignita’.

Giovane e bello quello sconosciuto
Mai tanto per il suo sguardo mutu.
Marisa si sentiva gia’ innamorata,
ma la citta’ non fu mi avvistata.

Un urto dirompente,
fuggita per la tangente
la macchina impazzita,
anche cosi’ finisce la vita.

Dicembre 1992



2 commenti:

Verosimile ha detto...

Bella. Sono tuoi i disegni?

mickey ha detto...

No, non sono miei, ma mi hai dato un idea, vedremo... grazie.