giovedì 19 marzo 2009

La peruviana


Recentemente ho ritrovato qualche mail scritta nel mio periodo milanese. Quella che leggerete sotto e’ relativa all’ultimo periodo, quando vivevo con i miei due amici, anche loro di Viareggio, in Viale Papiniano nel centro di Milano. Avevo ribattezzato la triade come “Tre Culi in affitto”, con riferimento al vecchio telefilm “Tre cuori in affitto”. I nostri nomignoli erano Il Merlo (Nicola), da “Il Merlo Maschio” (il film con Lando Buzzanca) per una storica prestazione sessuale su una panca da pesi. Boy Lollo (Lorenzo), da Boy George, perche’ in questo caso di prestazioni sessuali non vi era traccia. Il mio era Duccio, ma di questo ne parleremo un'altra volta.

La peruviana

Ieri ha fatto il suo debutto la nuova domestica dei Tre culi in affitto. La signorina e' peruviana, si chiama Veronica e non e' quella che potremmo definire una gran femmina, almeno questo e' quanto mi hanno detto, dato che chi scrive non ha mai avuto il piacere di conoscerla. La peruviana e' stata scelta da Boy Lollo e non poteva essere altrimenti. Del resto poteva andare peggio, Boy Lollo poteva scegliere un domestico e credo che nessuno si sarebbe sorpreso. La sera prima ero rimasto a cena in Brianza. I miei coinquilini avevano lasciato una breve lettera alla donna delle pulizie. Immagino la scena e vedo la leggendaria scena della lettera del film "Toto Beppino e la malafemmina", anche perche' questa maledetta malafemmina latita.
La mattina seguente vedo adagiata sul tavolo questa letterina che porta la firma in calce del Merlo, anche se lui non si attribuirà la farina di quel sacco, scaricando il barile sulle fragili spalle Boy Lollo. Ma la firma e' del Merlo, per giunta quanto scritto e' dispotico e solerte, ovviamente; direi vagamente latifondista. Questo e' quanto la carta canta.

Ciao Veronica,
Sono da pulire cucina, ingresso e bagno. I detersivi sono sotto il lavello. Facci sapere per favore, se ne manca qualcuno.
Grazie, Nicola
Un seguace del Ku Klux Clan non avrebbe scritto di meglio nella sostanza. Della serie "io son io e voi non siete un cazzo", come disse il Marchese del Grillo.
La signora ha recepito il messaggio, ha fatto il suo lavoro con parsimonia, tant' e' che il Merlo si e' dichiarato soddisfatto e tutti sanno che la cosa non avviene regolarmente come un tramonto. La sera sono rientrato dal lavoro per primo e sul tavolo, nel retro del suddetto biglietto, ha trovato la fantastica risposta della peruviana che vi riporto testualmente e in forma integrale.


Ex sr Lorenzo
Sai qua no se po pulire in 2 ore. io e fato 4 ore oggi perque se trova troppo exporco lei
dica se va bene non se fa niente in due ore.

-manca strazo veleda yalo
-manca brilla accaio
-sgrassatore smac menta
-per pulir il vetro vetril
-per pulire il pavimento
-paio guanti 8

PT.sr lorenzo no pasa acqua perque ese del bano e debuto palar tanti volta. Grazie

Non e' esagerata? Il mio pensiero era stato una pastura di sentimenti, dei più diversi e variopinti. Dal classico ed inevitabile "si comincia bene", al "siamo riusciti a far incazzare anche una peruviana", per finire con quello che nasce dal basso ventre, tipo "ma che cazzo vuole... lo sgrassatore alla menta? Ma vaffanculo".
In ogni modo non si poteva che darle ragione, anche perché i due antisemiti avevano chiesto effettivamente troppo. Faccio notare che Veronica ha scritto Ex Sr Lorenzo, quell’ Ex Sr e il nomignolo Boy Lollo sono un tutt'uno.
Quanto fin qui narrato era solo l'inizio di una sera uggiosa che, ahimè, ben presto e' indecorosamente scivolata su altri toni.
Dopo aver comprato quanto richiesto dalla colf, tranne lo smac menta, ho deciso di raggiungere il Merlo dalla parrucchiera, la nota Julien, un posto geneticamente "omoaffettivo", che chiude alle ventidue, quando iniziano a brillare le stelle della notte milanese. Una volta arrivato a Moscova inizio a cercare il negozio, per le strade c'era solo qualche extra-comunitario che all’ora del TG, rimane solo al pascolo nella Milano da bere. Non ricordavo esattamanete dov'era, ma alla fine riesco a trovare Julien, non senza difficolta'. Appena entrato vedo il Merloche stava flirtando con il parrucchiere. Ma com' era questo provetto Edward mani di forbice? Il giovane era certamente un sangue misto, più bisex che gay in purezza. Non bello, direi quello che può definirsi un tipo, un po' tozzo, in jeans e maglietta nera strapazzata che ne lasciava nuda la spalla, stivali neri che non alteravano il ricercato cattivo gusto. Mi ricordava Scialpi, ma non era molto Rock and Rolling, direi piuttosto la via Maestra tra il punk e la new age berlinese, con tanto di ciuffo mesciato sulla chioma nera che ricordava una pantegana bionda pronta per gettarsi tra le braccia di un virile ratto.
Ho aspettato il mio turno nello stesso stato d’animo di Nicolas Cage in Leaving Las Vegas. Alla fine comunque usciamo soddisfatti entrambi, per il Merlo diventerà una sera da ricordare, dopo avrebbe infatti visto il lavoro svolto dalla peruviana.
Edward aveva ben servito i giovin donzelli. Il Merlo portava con disinvoltura un taglio underground, che gli donava molto, anche se lo faceva un Merlo senza ali, che non è poi così diverso da un uomo, che per godere, si fa bucare invece di pungere. La cosa che ricorderà anche l’asfalto, era la falda, che quasi verticale, gli colava dolcemente sull'occhio, come una velo sulla fondo schiena di una vergine. Io con un taglio corto e parecchio arruffato, specchio dell'anima persa.
La sera ormai aveva preso una certa direzione e mentre nel palato scivolavano le orecchiette alle cime di rapa, la tv trasmetteva i "Fantastici cinque", un Real Tv dove cinque gay curano aspetto, modi e quanto altro di un pessimo truzzo. Ma quando tutto sembrava ormai perduto, quando ormai mi sentivo l’ostia appiccicata al palato, senza Vin santo da ingollare, c' e' stata una tanto inaspettata, quanto improvvisa impennata di testosterone. Il Merlo aveva tirato fuori dal frigorifero un qualcosa che doveva assomigliare al sanguinaccio o se preferite biroldo: aveva un' aspetto che contemplava al tempo stesso un barzotto uccello di cavallo e un Alien bambino alla Ridley Scott; un blob che sembrava avere vita propria. Faceva paura affettarlo, scene viste solo nelle sale cinematografiche anni cinquanta. Troppo maschio. In tv in "Due sul divano” c'era il Califfo, che e’ tutto tranne che gay, finalmente, accompagnato dal suo miglior imitatore. Poi la stessa trasmissione ha proposto tutta una serie di mezzi attori, alcuni persino divertenti. Abbiamo chiuso degnamente con Markette, dove nella fanta diatriba politica tra il ciccione di Giuliano Ferrara e Gad Lerner è apparso come un angelo venuto dalla quarta dimensione l’ormai grigio Gian Franco Funari con la sua fetta di Mortadella sotto l’ascella. Era giunto anche per i Tre culi il momento di andare a letto.

PS: lo smac menta non e' mai stato trovato

Nessun commento: