mercoledì 3 giugno 2009

Paolo Maldini


Era l’estate del 1984, avevo appena finito il mio primo anno all’Istituto Tecnico Nautico, l’impatto con la scuola superiore non era stato dei migliori, infatti, ero stato rimandato in due materie: matematica e inglese, ovviamente. In quegli anni correvo in bicicletta, ero una promessa del ciclismo toscano, almeno cosi’ diceva il mio allenatore, che evidentemente non ci capiva un cazzo. Comunque passavo piu’ tempo in bicicletta che a studiare e i risultati erano quello che erano. Passai l’estate tra lezioni e allenamenti. La mia insegnante d’inglese era una zitella acida che in due mesi affogò la mia già scarsa voglia d’inglese. Le lezioni di matematica le facevo da un professore che raggruppava gli studenti in gruppi piu’ o meno omogenei; le sue lezioni erano molto frequentate e, soprattutto, c’erano molte ragazze. Erano gli anni dei Duran Duran e degli Spandau Ballet, dei paninari e dei metallari, di Carl Lewis e Andreotti, del Drive in e delle Charlie's angels, ma per me era il periodo della prima, grande tempesta ormonale e tra nautico e bicicletta di fica se ne vedeva poca o punta. Mi piaceva molto andare a ripetizione di matematica.
Quell’estate a lezione c’era un certo Maldini. Viareggio era da sempre la meta estiva di suo padre Cesare. Ho un vago ricordo di quel ragazzo timido e impacciato, che nell’inverno seguente, il 20 gennaio 1985 con Nils Liedholm in panchina, esordì in serie A, a soli 16 anni. Quell' anno la Juventus vinse la sua prima Coppa Campioni, battendo il Liverpool allo stadio Heysel di Bruxelles; una finale segnata dalla strage in cui morirono 39 persone.
In pochi anni Maldini divenne un pilastro del Milan e della nazionale. Ricordo cinque anni dopo, quando ero in crociera di fine corso, durante la sosta a Dubrovnik, rasa al suolo pochi anni dopo, si riuscì a vedere 90° Minuto di Paolo Valenti, con Luigi Necco che raccontava sommessamente la sconfitta del Napoli di Maratona per 2-3 nell'incontro decisivo contro il Milan al San Paolo il 1 maggio 1988. Quello era il Milan di Sacchi e degli olandesi, Rijkaard, Gullit e Van Basten. Ma era già anche il Milan di Maldini, che quindici anni dopo, il 23 maggio 2003, all’Old Trafford di Manchester, sollevava la Champions League a 40 anni esatti di distanza dal giorno in cui il padre si laureò campione d’Europa, anch’egli come capitano del Milan e anch’egli in Inghilterra (a Londra).
Nonostante praticassi il ciclismo ho sempre seguito il calcio, fino a diventare un vero e proprio tifoso. Ricordo che alla fine di una gara erano tutti contenti per la mia vittoria, ma io ero incazzato perchè avevo saputo della vittoria della Juventus che si era laureata campione d’Italia con un punto di vantaggio sulla mia Fiorentina. Era l'ultima giornata, Catanzaro - Juventus 0-1, rigore di Liam Brady e Brio stampò una gomitata in faccia al centravanti, Carletto Borghi, e l'arbitro - sfortunatamente - non trovò il fischietto. Uno scudetto quanto meno sospetto che diede origine al mitico detto: meglio secondi che ladri. L’evento che mi spinse definitivamente verso il baratro del tifo avvenne nel 1982, l’anno de Il tempo delle mele, di E.T. e Blade Runner, ma soprattutto l’anno in cui Italia di Bearzot vinse il mondiale in Spagna, con l’urlo di Tardelli dopo il gol nella finale contro la Germania.
Due domeniche fa Maldini ha giocato l’ultima partita a San Siro e alla fine, quando ha fatto il giro di campo, mi sono commosso. In quei minuti d’ovazione c’era un quarto di secolo giocato con la stessa maglia, c’erano 7 scudetti e 5 Coppe dei Campioni. In quei minuti nella mia mente si sono intrecciati i ricordi di un quarto di secolo di vita, tra calcio e realtà. Gorbaciov, la Perestroika e il Verona di Osvaldo Bagnoli. Il bagno di sangue degli studenti cinesi a piazza Tien an Men, il crollo del Muro di Berlino e la MaGiCa (Maratona, Giordano, Careca) del Napoli. La prima guerra del Golfo e le notti di Italia 90 con l’esplosione di Totò Schillaci. Il primo scudetto della Sampdoria di Vialli e Mancini. Boris Eltsin e la dissoluzione della vecchia URSS. La strage di Capaci e Tangentopoli. Il dominio del Milan di Capello, Bettino Craxi a Hammamet e Berlusconi che scende in campo. Cecchi Gori e la Fiorentina in serie B. La guerra civile in Jugoslavia, la mucca pazza e il mondiale 1994 negli USA, perso ai rigori contro il Brasile con gli errori dal dischetto di Baggio e Baresi. Clinton che fa firmare la dichiarazione di Washington a Rabin e Arafat, festeggiando poi con lo storico pompino della Lewinsky. Putin e la guerra in Cecenia. Le 168 reti di Batistuta con la maglia viola. Il Parma di Tanzi, la Lazio di Cragnotti e Giovanni Paolo II che va a trovare Fidel Castro. L’avvento dell’euro e lo scudetto della Roma di Totti. L’attacco del 11 settembre alle Torri Gemelle, Osama bin Laden e la guerra ai talebani in Afghanistan. Bush, la Guerra in Iraq, Saddām Husayn e la Juventus di Moggi. Al-Qaeda, la SARS e il mondiale vinto dall'Italia di Lippi in Germania contro l’odiata Francia. Lo Tsunami in indonesia, calciopoli e la Juventus in serie B, finalmente. Il dominio dell’Inter, Barack Obama e Berlusconi ancora in campo e noi ancora ad aspettare che qualcuno alzi il cartello per chiedere la sostituzione.
Domenica scorsa Maldini ha giocato la sua ultima partita a Firenze. Alla fine si sono fermati tutti per applaudire gli ultimi passi da giocatore del capitano, l’ultima bandiera. La mia testa ha fatto “Indietro tutta”, come la trasmissione di Arbore di fine anni ottanta, per tornare ancora a quei mitici anni, quando non c'era internet, non c'era google, non c'erano cellulari, reality show, grandi fratelli e tutte quelle cazzate che ci propinano oggi in tv.
Ho un vago ricordo di quell’estate del 1984, quando incontrai quel ragazzo timido e impacciato che a 16 anni esordì in serie A.
E poi diventò Paolo Maldini.

2 commenti:

Verosimile ha detto...

Bellissimo pezzo (a parte la fatica di leggerlo su fondo rosso fuoco). Non ho mai seguito molto il calcio, ma Maldini era un bel ragazzo, adesso un bell'uomo, e un signore. Tutti gli accadimenti che hai ricordato sono successi davvero, quasi non li rammentavo tutti in fila.

mickey ha detto...

Grazie :-)